Alberi monumentali

Alla scoperta delle nostre "radici"

Gli alberi monumentali sono testimoni silenziosi del succedersi di mille e più stagioni e, con esse, dell’evolversi delle condizioni socio-economiche, delle tradizioni, delle guerre e degli eventi più salienti che nei secoli scorsi hanno scandito la storia delle nostre genti. Sono presenze vive, tesori della memoria popolare, che per bellezza e maestosità impreziosiscono paesaggi e rendono particolarmente suggestivi parchi e dimore gentilizie, luoghi di culto, ambienti rurale e centri abitati.

Uno di questi è il Castagno plurisecolare di Valloriate, localmente noto come “Arbou ‘d la Moutta”, “Albero della Moutta”, nome derivato dalla località in cui sorge, nei pressi Borgata Chiotti e a pochi metri di distanza dalla Cappella di Sant’Anna. E’ un imponente esemplare che da più di cinquecento anni, con una circonferenza alla base di circa 750 cm e un’altezza di 21 m, offre un fresco ristoro estivo e succelente castagne in autunno.

Un altro castagno si erge da secoli in valle, quello di Moiola, che durante la Seconda Guerra Mondiale diede riparo nel suo tronco cavo ai partigiani che in queste valli combattevano i nazi-fascisti. Si può trovare un breve video-racconto di questi fatti su youtube, al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=DYE-znpoPYE .

Un altro esemplare straordinario è il Larice di Pietraporzio, noto come “Merze Gros” o “Merze de Crussi”, che vanta un’età di circa 650 anni, cresciuto a 1.980 m di quota nel Vallone del Piz. Ha una circonferenza del tronco di 660 cm, un’altezza di 23 m ed è considerato l’albero più longevo del Piemonte. Per ammirare la maestosità occorre percorrere una comoda sterrata che dopo circa un’ora e mezza di cammino vi porterà a raggiungere questo esemplare maestoso.

Infine, l’Olmo Bianco di Demonte (con  una circonferenza di 625 cm) che si trova in località Bergemolo, una piccolissima borgata, posta sul versante ombroso della valle nel comune di Demonte. L’olmo si sviluppa sul sagrato della chiesa di San Michele, proprio di fronte al rifugio che dall’albero prende il nome. Si ritiene sia stato piantato nel 1620, anno in cui venne anche edificata l’adiacente cappella.

Gli alberi Monumentali della Valle Stura sono uno spettacolo da non perdere.