Borgo San Dalmazzo e la deportazione degli Ebrei
Il campo di detenzione
Durante la Seconda Guerra Mondiale il territorio di Borgo S.Dalmazzo fu al centro delle vicende belliche.
Dopo l’armistizio, in città era attivo un campo di raccolta destinato agli Ebrei. Il campo fu istituito il 18 settembre 1943 dai tedeschi per internare tutti gli stranieri presenti sul territorio: si trattava di circa 800 profughi ebrei che avevano lasciato Saint-Martin-Vésubie varcando il confine sperando di trovare rifugio in Italia. Al loro arrivo in Italia furono sorpresi dalle SS tedesche che ne catturarono più di 300. Molti fuggirono grazie all’impegno di Don Raimondo Viale e Don Francesco Brondello, mentre i prigionieri furono rinchiusi nell’ex–caserma degli Alpini e successivamente trasferiti ad Auschwitz.
Oggi della struttura originaria del campo resta solo l’arco d’ingresso, il cortile interno e una sala destinata a riunioni, all’interno della quale alcuni pannelli illustrano questi drastici episodi.
Il memoriale della Deportazione
Il 21 novembre 1943 presso la stazione ferroviaria di Borgo oltre 300 persone (uomini, donne, bambini) ebree in fuga dalla Francia furono fatte salire su vagoni merci e condotti prima nel campo di Drancy presso Parigi e poi ad Auschwitz. Dopo qualche mese altri ebrei furono deportati da questa stazione a Fossoli di Carpi e successivamente ad Auschwitz: solo due sopravvissero.
Per ricordare questa vicenda, presso la stazione è stata realizzata un’installazione con i vagoni utilizzati per la deportazione, visitabili e corredati di pannelli. Nella piazza accanto ai binari sono ricordati tutti questi prigionieri: sagome in acciaio per i nomi di coloro che tornarono, mentre i 355 che morirono nei capi di sterminio sono simbolicamente incisi su lastre fissate a terra.
Per info:
https://memoranea.it/luoghi/piemonte-cn-borgo-san-dalmazzo-memoriale-della-deportazione
Borgata Paraloup
La borgata Paraloup sorge a 1360 m, nel comune di Rittana, in posizione panoramica ma così isolata da dover essere “difesa dai lupi”, come suggerisce il toponimo. Si trova all’interno di una fitta rete di sentieri e piccole mulattiere che collegano le varie borgate, le stesse che venivano percorse da montanari e partigiani e che oggi sono percorse a piedi, in bici, a cavallo o con le ciaspole e sci nel periodo invernale.
In questo luogo, tra l’autunno del 1943 e il 1944 si riunì la prima banda partigiana di “Giustizia e Libertà”, in cui militarono i comandanti Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco, Nuto Revelli e Michele Berra.
Da alcuni anni, grazie alla Fondazione Nuto Revelli, Paraloup è tornato a vivere e a essere un luogo della memoria che racconta della guerra partigiana e della vita contadina.
Tra i sentieri partigiani, vi sono i percorsi denominati il “Sentiero della Libertà”, la “Via della Resistenza” e “MigraTour”.
Il “Sentiero della Libertà” parte da Madonna del Colletto in Valle Gesso, passa a Festiona, attraversa il fiume Stura e arriva a Valloriate e Paraloup per poi proseguire verso San Matteo in Valle Grana, ripercorrendo il tragitto della banda partigiana Italia Libera.
La “Via della Resistenza” è il sentiero che unisce Borgata Paraloup e Chiotti di Valloriate.
“MigraTour” è un itinerario transfrontaliero che unisce Caraglio a Barcelonnette. Si tratta di un viaggio costituito da nove tappe, sulle orme della gente che attraversava le montagne in cerca di fortuna, un viaggio nella memoria con una tematica comune: quella dell’emigrazione, dell’abbandono e del ritorno alla montagna.
Per info:
Tel +39 3496397386